• Giornata di sensibilizzazione: 25 Giugno 2022 Disturbi mentali durante e post Pandemia - Vi aspettiamo sabato 25 Giugno presso Antica Taverna a Villamaina h. 17:00 Intervengono Dott.ssa Linda TEDESCO@ Psicologa Psicoterapeuta_ il Dott. Davide BENVENUTO@ Psicologo - Saluti - Sindaco di Villamaina - Prof. Nicola TRUNFIO@; - Rocio BADILLO@ - Presidente Ass. Agorà; - Tiziana MENINNO@ - Presidente Fidapa; - Modera Gilda Notaro@ Educatrice - Giornata informativa e di sensibilizzazione sui disturbi psicologici che si sono acutizzati nel periodo della pandemia, un confronto con... More →

La rivolta contro la Bibbia degli Psichiatri

 

Come tutti saprete, se non altro perché qui al Centro IRPINIA PSYCHE ne abbiamo parlato, dal 1952, un libro con molte pagine, chiamato il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (meglio noto come DSM),  pubblicato dall’American Psychiatric Association (APA), fornisce un elenco di malattie psicologiche, con relativa descrizione.

Nel corso dei decenni, questo manuale, che era nato per essere usato dagli psichiatri dell’esercito e della marina, è aumentato a dismisura: il numero dei disturbi elencati è triplicato e molte malattie sono entrate, uscite, rientrate, ri-nominate. Uno dei casi più conosciuti è quello dell’omosessualità, che è stata considerata un “disturbo di personalità sociopatica”, poi un “disturbo dell’orientamento sessuale” o anche un “disturbo di omosessualità ego-distonica”, per coloro la cui eccitazione omosessuale diventava fonte di angoscia. La diagnosi di omosessualità è stata poi eliminata definitivamente nel DSM-III-R, pubblicato nel 1987.

La prossima edizione del manuale, il DSM-5, è prevista per maggio 2013. La task force che elabora il manuale ha pubblicato già delle bozze sul suo sito web e, da allora, una corrente sotterranea di malcontento è esplosa in una rivolta su grande scala, da parte di psicologi e psicoterapeuti statunitensi e britannici. La lamentela principale è che la versione più recente del DSM ridurrà ulteriormente i criteri necessari per diagnosticare alcune malattie, rendendo più facile per gli operatori sanitari diagnosticare disturbi psichiatrici, da trattare con dei farmaci.

L’ultima ribellione contro il DSM-5 è iniziata nel giugno 2011, quando una commissione speciale della British Psychological Society in una lettera all’ APA ha lamentato che “i pazienti e il pubblico in generale sono influenzati negativamente dalla medicalizzazione continua e costante delle loro risposte normali e naturali alle loro esperienze.” La commissione ha criticato in particolare la proposta della creazione di una “sindrome da psicosi attenuata”, una sorta di mini-psicosi , con sintomi meno gravi, vista come “una occasione per stigmatizzare le persone eccentriche.” Inoltre è stata contestata una proposta di riduzione del numero dei sintomi necessari per diagnosticare negli adolescenti un disturbo da deficit di attenzione (ADD), il che potrebbe far aumentare le diagnosi di questa malattia e l’uso di medicine.

Davide Elkins, professore emerito alla Pepperdine University e presidente della Società per la psicologia umanistica, una divisione della American Psychological Association, ha formato un comitato per discutere di simili obiezioni e proposto una petizione online nel mese di ottobre. “Pensavo che sarebbero arrivate circa duecento firme,”ha detto Elkins.

La risposta ha invece sorpreso sia lui sia i suoi colleghi: la petizione infatti ha interessato più di 6.000 persone in tre settimane, a metà dicembre aveva superato 9.300 firmatari e ottenuto l’approvazione di 35 organizzazioni. L’8 novembre, il presidente dell’American Counseling Association, Don Locke ha scritto all’APA sostenendo che vi sono “prove incomplete o insufficienti dal punto di vista scientifico” alla base delle proposte di revisione del manuale, che generano “incertezza circa la qualità e la credibilità” del DSM-5.

E’ nato così un movimento popolare tra i professionisti della salute mentale, i quali sostengono che vi sono già tanti problemi per la medicalizzazione eccessiva di bambini e anziani, che non è certo il caso di aggravare la situazione.

Ad esempio, per la sindrome da deficit di attenzione e iperattività, detta anche “ADHD”, l’abitudine a diagnosticarla è esplosa, causando un aumento del 7oo per cento nell’uso di Ritalin e altri stimolanti, negli anni Novanta. La diagnosi richiede la verifica di sei di nove caselle da un elenco di sintomi che includono affermazioni quali: “spesso sembra non ascoltare quando gli si parla direttamente” e “spesso muove con irrequietezza mani o piedi o si dimena sulla sedia.”

Due altri nuovi disturbi individuati come problematici nella petizione sono il “disturbo neurocognitivo mite” nell’anziano e il “disturbo dirompente di disregolazione dell’umore” in bambini e adolescenti. Entrambi i disturbi mancano di una solida base nella ricerca e possono alimentare l’uso di potenti farmaci antipsicotici, che causano aumento di peso, diabete e una miriade di altri problemi metabolici (si dice nella petizione).

“Siamo seriamente preoccupati: se il manuale sarà pubblicato così come è, nel 2013, si creeranno false epidemie, dove centinaia di migliaia di bambini e anziani che in realtà sono normali saranno diagnosticati come disturbati mentali e curati con potenti psicofarmaci, che hanno effetti collaterali pericolosi ” dice Elkins, che aggiunge: “questo non è tollerabile”.

David Kupfer, psichiatra dell’Università di Pittsburgh che presiede la task force supervisionando la preparazione del manuale, dice che si aspetta che il numero finale di disturbi inclusi nel DSM-5 sia più o meno come nel manuale attuale. Precisa inoltre che la task force accoglie le critiche e che nulla è definitivo. La task force ha testato nuove diagnosi in 2.300 pazienti, in sette centri di cura per adulti e quattro centri per adolescenti,utilizzate come aree-pilota.

“C’è un mito, che tutte le decisioni siano state prese, quando in realtà non tutte le decisioni sono state prese”, dice. “Se alcune cose sono state proposte, questo non significa necessariamente che esse finiranno nel DSM-5. Se non raggiungono un livello di affidabilità, accettabilità clinica, e utilità, è improbabile che andranno avanti “.

Il critico più sorprendente del DSM è un personaggio che un tempo era il pilastro della struttura psichiatrica: Allen Frances, professore emerito presso la Duke University, il quale ha presieduto la task force che ha creato il DSM-4. Ora è lui a inveire contro sia il procedimento sia il contenuto proposto del DSM, su un blog per Psychology Today definendo la nuova revisione come “non testata” e “non scientifica”.

La rivolta degli utenti contro il DSM-5 è emersa come una grande sfida per il manuale e il futuro non appare certo. Intanto, Frances ed Elkins hanno proposto la creazione di un comitato indipendente di esperti, che riveda il progetto proposto e faccia delle raccomandazioni.

La posta in gioco è davvero molto alta.