• Giornata di sensibilizzazione: 25 Giugno 2022 Disturbi mentali durante e post Pandemia - Vi aspettiamo sabato 25 Giugno presso Antica Taverna a Villamaina h. 17:00 Intervengono Dott.ssa Linda TEDESCO@ Psicologa Psicoterapeuta_ il Dott. Davide BENVENUTO@ Psicologo - Saluti - Sindaco di Villamaina - Prof. Nicola TRUNFIO@; - Rocio BADILLO@ - Presidente Ass. Agorà; - Tiziana MENINNO@ - Presidente Fidapa; - Modera Gilda Notaro@ Educatrice - Giornata informativa e di sensibilizzazione sui disturbi psicologici che si sono acutizzati nel periodo della pandemia, un confronto con... More →

Dipendenze

 

Perché la tossicodipendenza è un male così diffuso? 

Nessuno vorrebbe essere un tossicodipendente o un alcolista, eppure molti lo diventano.

La domanda più frequente è, semplicemente: perché succede una cosa del genere?

Com’è potuto accadere che mio figlio, mia figlia, mio padre, mia sorella o mio fratello, mia moglie o mio marito sia diventato un tossicodipendente? E perché non riesce a smettere?

Per comprendere il pericolo della tossicodipendenza è necessario sapere che le sostanze che alterano la mente (alcool e droghe) sono sostanzialmente degli anestetici ed in quanto tali bloccano il dolore: sia quello fisico che quello emozionale.

Ciò che avvicina una persona all’alcol o alla droga è in primo luogo l’infelicità, la disperazione o anche un dolore fisico.

“Posso rinunciare a tutto… tranne che alla mia dipendenza!”

Sembra quasi uno slogan pubblicitario, eppure è proprio questo il grave problema di tutti i “dipendenti-patologici”: non riuscire a fare a meno del proprio oggetto/ bisogno (che si tratti di una situazione, di un comportamento, di una sostanza, ecc.). 

Alle dipendenze da sostanze (tabacco, alcol, cocaina, etc.) si sono aggiunte nuove forme di dipendenza:

- dipendenza da Internet (chat, immagini pornografiche on line, sesso virtuale, giochi di ruolo interattivi, relazioni virtuali, eccesso nella ricerca di informazioni on line, etc.);

- dipendenza da gioco d’azzardo;

- shopping compulsivo;

- dipendenza dal lavoro;

- dipendenza dal sesso;

Le persone con i disturbi sopra elencati hanno probabilmente in comune la messa in atto di comportamenti compensatori o sostitutivi che aiutano a colmare problematiche non riconosciute o non accettate dall’individuo.

Le persone con dipendenza da sostanze (tabacco, alcol, cocaina, etc.) cercano una scorciatoia verso una serenità illusoria che non giunge e che viene costantemente cercata per sopperire a stati di insoddisfazione esistenziale, di preoccupazione, di stress.

L’uso delle sostanze provoca un benessere momentaneo e provvisorio, ma che con il passare del tempo porta ad una dipendenza dalla quale risulta sempre più difficile uscire. 

Le persone dipendenti da Internet vivono un profondo disagio legato alla sfera delle relazioni interpersonali che tentano di colmare “rifugiandosi” nelle rete. L’anonimato serve da barriera protettiva che porta a non scoprirsi e a non temere sensazioni di inadeguatezza. Con il passare del tempo si può arrivare al totale isolamento sociale e alla perdita di contatti reali veri e propri. 

Le persone che vivono la dipendenza da gioco d’azzardo rischiano oltre l’ultimo centesimo al casinò, all’ippodromo, al tabacchino o al bar sperando di riscattarsi con una vincita risolutiva che non arriva mai,  mentre si perdono famiglia, amici, lavoro, salute mentale e denaro

Le persone che vivono lo shopping compulsivo. Acquistano in modo smodato vestiti, accessori (meglio se firmati) o oggetti high-tech al fine di dare un’ immagine di sé sicura e desiderabile che copra insicurezza e timore del rifiuto. Risultato: debiti, sensi di colpa, armadi stipati di cose inutili ed impossibilità di contatto autentico con gli altri;

Le persone con dipendenza dal lavoro la meno conosciuta ma non meno gravida di conseguenze. In nome del Lavoro quale unico serbatoio di identità, si sacrificano salute fisica e psicologica, gli affetti più cari, i figli. Tutto diventa lavoro, tutto è legato alla sola prestazione ed è impossibile riuscire ad avere un contatto sano con il proprio ed altrui mondo emotivo. Tale disturbo con il passare del tempo può sfociare in depressione, ansia, alcoolismo, disturbi cardiaci e burn out. 

Le persone che soffrono di dipendenza sessuale hanno una prepotente necessità di rapporti sessuali occasionali con chiunque al fine di non sentire l’ansia ed il vuoto di relazioni significative.

 

Quando il gioco diventa una malattia

La vita è una scommessa

In Italia circa 30 milioni di persone (il 70% della popolazione adulta, di cui un terzo donne) giocano: lotto, corse dei cavalli, slot-machine, video poker.

Da mezzo milione a tre milioni di persone (1-7% della popolazione), invece, giocano in modo patologico.

Spesso si inizia con piccole, “innocui” giocate, mantenute per lungo tempo; finché uno o più eventi fortemente stressanti fanno precipitare una situazione personale già con seri problemi (familiari, lavorativi, sentimentali, ecc.).

La persona allora si rifugia nel gioco, che diventa una vera e propria medicina.

Infatti, il “gioco d’azzardo patologico” serve a mettere da parte (almeno momentaneamente) i propri problemi, attraverso emozioni forti: l’eccitazione del rischio, tanto più forte quanto più alta è la posta.

E’ lo stesso meccanismo d’azione delle droghe, perché determina una vera e propria dipendenza: il bisogno irresistibile di “dosaggi” (le giocate) sempre più elevati anche a costo di farsi del male (perdere somme di denaro sempre più rilevanti).

I Sintomi

Il “gioco d’azzardo patologico” è una malattia, classificata come disturbo del controllo degli impulsi (DSM IV). La persona che ne è affetta presenta alcuni dei seguenti sintomi.

1. E’ eccessivamente assorbito dal gioco d’azzardo; ad esempio, trascorre la maggior parte del tempo a ripensare alle passate esperienze di gioco d’azzardo, a programmare la successiva giocata, a pensare ai modi per procurarsi denaro con cui giocare.

2. Habisogno di giocare con quantità crescenti di denaro per raggiungere l’eccitazione desiderata.

3. Haripetutamente tentato senza successo di controllare, ridurre, o interrompere il gioco. E’ irrequieto o irritabile quando tenta di farlo.

4. Gioca per sfuggire problemi o per alleviare una irrequietezza costante, basata su sentimenti di impotenza, di colpa, ansia, depressione.

5. Dopo aver perso al gioco, subito programma di riprovarci, per tentare di riscattarsi.

6. Mente ai membri della famiglia e agli altri per negare il proprio coinvolgimento nel gioco.

7. Può commettere azioni illegali come falsificazione, frode, furto, o appropriazione indebita, per finanziarsi il gioco.

8. Mette a repentaglio o perde relazioni significative, il lavoro, oppure opportunità scolastiche o di carriera, per il gioco.

9. Fa affidamento su altri per reperire il denaro e per alleviare una situazione finanziaria disperata causata dal gioco.

Questa partita si può vincere

Il sostegno per il gioco d’azzardo patologico esiste, ma per essere efficace deve agire su tutti gli aspetti coinvolti nel gioco, e quindi su tutta la vita del giocatore.

Generalmente sono i familiari a chiedere aiuto, a seguito della scoperta dei danni provocati dal gioco (debiti, perdita del lavoro, problemi legali), o esasperati da inutili tentativi di convincere la persona a smettere.

Il primo passo è “togliere il vino dalla tavola”, cioè il denaro: il paziente deve affidare la gestione economica ad una persona di fiducia con l’obiettivo primario di saldare i debiti ed affrontare eventuali problemi legali.

Questa è la condizione indispensabile per iniziare un sostegno psicologico focalizzato sulla storia e le cause del disturbo, sulla modifica dello stile di vita del paziente, sulla gestione dei momenti di crisi.