• Giornata di sensibilizzazione: 25 Giugno 2022 Disturbi mentali durante e post Pandemia - Vi aspettiamo sabato 25 Giugno presso Antica Taverna a Villamaina h. 17:00 Intervengono Dott.ssa Linda TEDESCO@ Psicologa Psicoterapeuta_ il Dott. Davide BENVENUTO@ Psicologo - Saluti - Sindaco di Villamaina - Prof. Nicola TRUNFIO@; - Rocio BADILLO@ - Presidente Ass. Agorà; - Tiziana MENINNO@ - Presidente Fidapa; - Modera Gilda Notaro@ Educatrice - Giornata informativa e di sensibilizzazione sui disturbi psicologici che si sono acutizzati nel periodo della pandemia, un confronto con... More →

Disturbi dell’Età Evolutiva

 

 

L’attenzione nei confronti dell’infanzia è maggiore che in passato e sono a disposizione molte conoscenze relative allo sviluppo del bambino dal punto di vista cognitivo, emotivo e relazionale.

Nello stesso tempo anche le richieste nei confronti dei bambini sono diventate più articolate e complesse e maggiori sono le aspettative legate all’apprendimento scolastico e alle loro competenze in ambito relazionale e sociale: i bambini si trovano a dover eseguire una sempre maggiore quantità di attività e a dover dimostrare efficienza e organizzazione.

Si possono creare situazioni in cui il bambino si trova in difficoltà a rispondere adeguatamente alle richieste dell’ambiente per ragioni che possono dipendere da caratteristiche del bambino (difficoltà cognitive, di apprendimento, temperamentali), dalla particolare situazione familiare o scolastica in cui si trova o, come più spesso accade, da entrambe le cose.

Si tratta di situazioni di disagio, spesso transitorie, per le quali può essere utile richiedere una consulenza psicologica, in modo da aiutare il bambino, i suoi genitori e i suoi insegnanti ad individuare il tipo di difficoltà, ad attribuirgli un significato e a ricostruire una situazione di equilibrio.

Disturbi specifici dell’apprendimento scolastico

Per disturbi dell’apprendimento si intende un gruppo di disabilità, in età evolutiva, in cui si presentano significative difficoltà nell’acquisizione e utilizzazione della lettura, della scrittura e del calcolo. La diagnosi di dislessia, disortografia, di discalculia e disgrafia viene fatta in seguito ai risultati di test specifici.

La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento della lettura che si manifesta con un’eccessiva lentezza o scorrettezza nella lettura “a voce alta”. La dislessia non coinvolge necessariamente la comprensione del testo scritto, che generalmente si presenta adeguata.

La disortografia è la difficoltà a tradurre correttamente (scrivere) i suoni che compongono le parole in lettere o sillabe corrette. Gli errori possono riguardare scambi, omissioni, inversioni, aggiunte di lettere fonologicamente simili (f/v, t/d) o graficamente simili (b/d, q/p, a/e).

La discalculia è una difficoltà specifica nella conoscenza delle regole di composizione di numeri o nell’esecuzione di calcoli.

La disgrafia è una difficoltà di scrittura che riguarda la riproduzione delle lettere e dei numeri (“brutta grafia”).

Questi disturbi a volte “si nascondono” nei comportamenti più visibili ed altrettanto problematici quali il deficit di attenzione e iperattività, il disturbo depressivo; i disturbi di ansia. L’evoluzione è condizionata da vari fattori quali: la gravità del disturbo specifico, le associazioni tra difficoltà di scrittura, lettura e calcolo, il livello cognitivo e metacognitivo, la presenza di un disturbo psichiatrico, il tipo di compromissioni neuropsicologiche, la precocità e adeguatezza degli interventi e le risposte ambientali. Affiancare al trattamento del disturbo specifico (che deve avvenire mediante operatori specializzati e programmi mirati) l’intervento dello psicologo consente di occuparsi dell’organizzazione emotivo relazionale di questi ragazzi che spesso mostrano una grande sofferenza psicologica legata ai vissuti delle loro carenze; tali vissuti possono incidere pesantemente sull’autostima e la motivazione ad apprendere.Spesso accade che il loro funzionamento sociale all’interno del gruppo classe risulti problematico perché il sentirsi incompetenti nell’apprendere può comportare un sentimento di inferiorità nelle interazioni tra pari

La diagnosi di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) si pone se un alunno è sufficientemente intelligente (QI superiore a 85) e presenta marcate difficoltà di apprendimento (ad un livello manifestato da circa il 5% della popolazione in età scolare). Tuttavia, non tutti gli alunni che hanno difficoltà in queste aree presentano un disturbo dell’apprendimento, perché esiste una linea continua tra chi possiede ottime competenze e chi manifesta un grave disturbo; infatti ci sono alunni con lievi difficoltà di automatizzazione della lettura, scrittura e calcolo che non necessariamente hanno una diagnosi di DSA.

Inoltre, il percorso scolastico di questi soggetti è frequentemente segnato da ripetuti insuccessi. Gli insegnanti e i genitori possono attribuire questi esiti ad una mancanza di impegno, etichettando i ragazzi come oppositivi, pigri, non interessati. Dal canto loro, essi percepiranno che le difficoltà non vengono riconosciute e per proteggersi eviteranno i compiti e/o metteranno in atto comportamenti disturbanti, con conseguente degenerazione delle relazioni con gli adulti.

Esistono diversi percorsi di trattamento per i DSA che consentono di migliorare le competenze di apprendimento e favorire una migliore integrazione degli alunni con queste difficoltà.

Il sostegno psicologico è un intervento utile per prevenire certi disagi psicologici nell’ambiente scolastico e familiare e per trattare specifici problemi psicopatologici che possono evidenziarsi a seguito di una corretta valutazione psicodiagnostica.

Disturbi del comportamento

Secondo le classificazioni attuali i problemi di comportamento vengono inclusi nella sezione dei Disturbi da Comportamento Dirompente di cui fanno parte il Disturbo di Attenzione/Iperattività (DDAI), il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) e il Disturbo della Condotta (DC).

Disturbo da Deficit di Attenzione/ Iperattività

Il DDAI è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo che interferisce con il normale sviluppo psicologico del bambino e ostacola lo svolgimento delle comuni attività quotidiane: andare a scuola, giocare con i coetanei, convivere serenamente con i genitori e, in generale, inserirsi normalmente nella società. Il bambino con DDAI molto spesso non riesce ad orientare i propri comportamenti rispetto a quanto atteso dall’ambiente esterno, ovvero non è in grado di utilizzare i “comandi interiori” per eseguire quelle azioni adeguate che l’ambiente si aspetterebbe da lui: stare attento alla maestra che spiega, rimanere seduto durante la lezione o i pasti, svolgere i compiti per casa, aspettare i propri turni, e così via. Il DDAI si manifesta principalmente con una serie di sintomi, tra cui: difficoltà di attenzione e concentrazione, incapacità di controllare l’impulsività, e difficoltà nel regolare il livello di attività motoria. Presi insieme, questi problemi derivano sostanzialmente dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente.

Disturbo Oppositivo Provocatorio

Il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) viene diagnosticato quando un bambino manifesta un atteggiamento persistente o costante di sfida, disubbidienza e ostilità nei confronti dell’autorità (genitori, insegnanti e altri adulti). Il disturbo oppositivo provocatorio è caratterizzato da un comportamento ostile e litigioso, il soggetto è particolarmente suscettibile o facilmente irritato dagli altri, oppure è deliberatamente irritante, dispettoso o vendicativo nei confronti di altre persone. I bambini che soffrono di questo disturbo perdono di continuo il controllo, litigano con gli adulti, si rifiutano di obbedire alle regole, accusano gli altri per i propri errori e sono spesso arrabbiati e rancorosi. Questi comportamenti spesso causano problemi per la famiglia e gli amici. In alcuni bambini questo disturbo porta a Disturbi della Condotta.

Disturbo della Condotta

Gli adolescenti affetti da Disturbo della Condotta (CD) mostrano una modalità di comportamento ripetitiva e persistente in cui violano i diritti altrui o le norme o le regole appropriate per la loro età. La loro condotta è più grave della normale malvagità e delle monellerie tipiche dei bambini e degli adolescenti. Le difficoltà a casa, a scuola e in società sono comuni, e spesso si manifesta una precoce attività sessuale. L’autostima di questi giovani è spesso molto scarsa, sebbene tendano a proiettare un’immagine di ‘durezza’. Gli adolescenti affetti da questo disturbo sono stati anche descritti come “delinquenti” o “antisociali”.

 

Disturbi emotivi

In età evolutiva i principali disturbi d’ansia riguardano l’Ansia di Separazione,la Fobia Socialee il Disturbo d’Ansia Generalizzato. Tra i disturbi dell’umore maggiormente presenti nella popolazione infantile rientrala Depressione.

Disturbi d’Ansia

La manifestazione fondamentale del Disturbo d’Ansia di Separazione è un’ansia eccessiva riguardante la separazione da casa o da coloro a cui il soggetto è attaccato. I soggetti con questo disturbo possono provare eccessivo malessere riguardo alla separazione da casa o dalle figure a cui sono maggiormente attaccati. Questi bambini possono non essere in grado di stare in camera da soli e possono mostrare un comportamento “appiccicoso”, stando vicini e facendo “da ombra” ad un genitore per casa.

La caratteristica essenziale della Fobia Sociale è una paura marcata e persistente che riguarda le situazioni sociali o prestazionali che possono creare imbarazzo. Nelle situazioni sociali o prestazionali temute, gli individui con Fobia Sociale sono preoccupati di rimanere imbarazzati, e timorosi che gli altri li giudichino ansiosi, deboli, “pazzi”, o stupidi. Possono temere di parlare in pubblico per la preoccupazione che gli altri notino il tremore delle mani o della voce, oppure possono provare ansia estrema quando conversano con gli altri per la paura di apparire poco chiari.

 

La caratteristica essenziale del Disturbo d’Ansia Generalizzato è la presenza di ansia e preoccupazione (attesa apprensiva) eccessive, che si manifestano per la maggior parte del tempo per almeno 6 mesi, nei riguardi di una quantità di eventi o attività. L’individuo ha difficoltà a controllare la preoccupazione. L’ansia e la preoccupazione sono accompagnate da irrequietezza, facile affaticabilità, difficoltà a concentrarsi, irritabilità, tensione muscolare e sonno disturbato.

Depressione Infantile

La Depressione Infantile, intesa come sintomo, si riferisce a un tono dell’umore caratterizzato da tristezza, uno stato d’animo che pervadere di tanto in tanto la vita di un bambino, spesso con problemi contingenti, quali complicazioni scolastiche, difficoltà ad essere accettato dai coetanei, problemi nell’ambito della famiglia. Oltre all’umore triste, col termine “depressione” ci si riferisce ad una costellazione di comportamenti che possono includere una perdita di interesse per molte attività, cambiamenti nelle abitudini alimentari, senso di stanchezza, agitazione psicomotoria, diminuita capacità di concentrazione, alterazioni del sonno, idee di suicidio.